Ján Kuciak

ucciso per aver fatto il suo lavoro.

Jàn Kuciakera era un giovane giornalista slovacco che indagava sull’evasione fiscale e sulla corruzione. Stava “semplicemente facendo il suo lavoro” ma in Slovacchia questo era un vero atto di ribellione poiché i giornalisti vengono spesso intimiditi. La sua ricerca venne incentrata sul coinvolgimento di un gruppo mafioso italiano nella politica slovacca. Questo gruppo sarebbe stato presumibilmente in contatto con il consigliere di Stato del primo ministro Fico. Kuciak denunciò la frode fiscale dei partiti politici e di un potente uomo d’affari. Il 21 Febbraio 2018, Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova furono uccisi a colpi d’arma da fuoco nel loro appartamento a Bratislava. Centinaia di migliaia di slovacchi scesero in piazza, volevano il cambiamento.

“Coloro che rubano e commettono frodi fiscali appartengono alla vecchia scuola, hanno imparato sotto il comunismo. Nessuna proprietà privata, tutto è di tutti. E chi prende di più, ha di più.”

Jozef Juciak, il padre di Jàn

Lo status quo ai tempi di Jàn Kuciak:

Nel 2019 il 72% dei cittadini slovacchi ha affermato di non fidarsi del sistema legale del paese.

Sono anni che degli osservatori internazionali ci mettono in guardia dal declino della libertà di stampa nell’Europa Centrale.

L’indipendenza editoriale dei media mainstream in Slovacchia è compromessa. Un piccolo gruppo di oligarchi possiede diversi importanti organi d’informazione mentre i finanziamenti dell’emittente pubblica RTVS rimangono vulnerabili all’influenza politica.

“Ho capito che questa persona sarebbe stata l’artefice di un nuovo tipo di giornalismo investigativo, che in Slovacchia non aveva ancora le basi”.

Peter Bardy, ex capo di Jàn Kucik.

Numerosi ministri, membri del parlamento, agenti di polizia e persino il primo Ministro Robert Fico si dimisero in seguito alla morte di Jàn Kuciak.

Il percorso verso la piena giustizia fu lento. Cinque anni dopo il duplice omicidio, il sicario e un intermediario stanno scontando le pesanti condanne imposte dietro le sbarre. Ma la presunta mente, Marian Kocner, fu assolta due volte per il suo ruolo nell’omicidio. Il suo socio fu condannato a 25 anni di carcere.

Oggi:

WALDEMAR FYDRYCH

riuscì a combattere il comunismo usando l’immaginazione e l’assurdità. (Polonia, anni ’80)